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Da un po’ di anni curo la grafica di un’organizzazione no-profit, stimolante ma talvolta pungente e che mi porta a eseguire il mio lavoro con deadline impegnative. All’inizio mi concentravo sempre di più sulla grafica, creare un layout in trend e che seguisse i parametri di quello che tutti definiamo ‘design fico’ era il mio scopo principale, ma più mi impegnavo, più tutte le mie idee venivamo modificate o del tutto cancellate. 

Mi arrabbiavo, non capivo. Perché non vogliono migliorare l’aspetto della loro identità? Perché quell’infografica così bella, piena di icone e colori non convince?

Con il tempo e con l’esperienza tutti i miei dubbi si affievolirono.

L’aspetto fondamentale delle campagne di strategia di marketing no-profit sono focalizzate sul messaggio che vogliono mandare ai donatori, concentrato per lo più sul testo e sulle immagini, mettendo all’ultimo posto la grafica. 

Quando scoppia un’emergenza improvvisa, come ad esempio l’ultimo orribile episodio che ha colpito la Siria e la Turchia, nel giro di pochi giorni i testi devono essere pronti ed efficaci, e le foto inviate dai foto reporter, qui il designer ha un ruolo fondamentale, si ritrova a partecipare ad una vera e propria maratona contro il tempo.

Ogni organizzazione no-profit ha le sue linee guida e da lì non si può oltrepassare. 

Proprio nei casi di emergenza civile o sanitaria le linee guida sono molto utili, non si lascia spazio alla font fica o alla sfumatura in trend.

Uno studio della Stanford Social Innovation Review ha creato un framework, chiamato Nonprofit Brand IDEA, per mantenere i marchi no profit pertinenti e riconoscibili pur rimanendo fedeli alla loro missione e ai loro valori fondamentali. L’acronimo del framework sta per integrità, democrazia del marchio, etica del marchio e affinità. Secondo lo studio, “un marchio senza scopo di lucro è più potente quando l’identità interna e l’immagine esterna dell’organizzazione sono allineate tra loro e con i suoi valori e la sua missione”.

Non funziona il ‘concetto di cosa è in ‘trend’ – i messaggi, la selezione delle immagini scattate da foto reporter, la scelta di caratteri tipografici, ecco, tutto questo serve a fare la differenza.

– Martina, designer di Alibi Creativo